Piramidi? Sì, grazie, ma solo in Egitto!
Nero su bianco, rispondiamo ad una delle domande che ci vengono fatte dagli appassionati di viaggi che si apprestano ad avviare la professione del consulente di viaggi: “Evolution Travel è un sistema piramidale?”
Cos’è il marketing piramidale?
Si tratta di un particolare modello commerciale detto anche multilevel marketing in cui un promoter ovvero colui che promuove prodotti per un’azienda guadagna una percentuale sulle sue vendite dirette, ma anche una percentuale dalle vendite di altri promoter che lui stesso ha iniziato all’attività.
Questo crea una struttura “piramidale” in cui i venditori sono incentivati a reclutare nuovi membri da introdurre nello schema ad un livello successivo. L’obiettivo è allargare la base della piramide sotto di sé in modo da ottenere guadagni corrispondenti ai volumi di vendite prodotti dalla propria struttura che ovviamente più ampia è più redditizia è.
La modalità più semplice per comprendere se ci si trova davanti ad un business piramidale è chiedersi se il prodotto o servizio che si deve vendere per avere un guadagno è lo stesso che si è acquistato.
Il focus di questa strategia è incentrato sul breve termine e sul fatto che si guadagnerà senza alcuno sforzo; attraverso il reclutamento di sempre più persone, non quello di trasferire beni o servizi. Inoltre non vengono emesse fatture e solitamente il guadagno viene gestito come un “regalo” o uno scambio merce al fine di vitare il pagamento delle imposte.
Chi porta a casa uno stipendio con il marketing piramidale? Solitamente il 5% degli iscritti, ossia coloro che stanno in cima alla struttura piramidale.
Il prodotto di Evolution Travel: l’intermediazione per i viaggi
Se Evolution Travel fosse un business piramidale i consulenti dovrebbero vendere a loro volta la postazione di consulente di viaggi on line non i viaggi come di fatto è: guadagnano se lavorano e se vendono pacchetti di viaggio ai clienti, soggiorni in hotel, esperienze, biglietti aerei, o vacanze. Il sistema economico di Evolution Travel è non solo legale, ma è equo: più un consulente si impegna e più guadagna.
Le commissioni che ciascun consulente prende sono dichiarate su fatture e soggette alle imposte, così come i pagamenti vengono sempre effettuati con bonifico bancario.
Non si tratta di guadagni facili, ma di un modello di business che si basa su una struttura che, forte di oltre 20 anni di esperienza, trasforma un appassionato in un consulente competente e professionale.
La parola magica di Evolution Travel: collaborazione
Veniamo quindi al punto che crea confusione: il lavoro di squadra.
La remunerazione di un consulente di viaggio online infatti può riguardare sia la vendita diretta del pacchetto di viaggio al cliente, sia l’assistenza che eroga agli altri consulenti affinché questi concludano la trattativa. Questo avviene solo nel caso in cui un consulente abbia intrapreso un percorso di crescita professionale interna e sia diventato una figura di riferimento ufficiale per il network, ad esempio il consulente di riferimento prodotto che appunto si occupa di selezionare il prodotto e fare formazione ai colleghi che vogliono vendere quella destinazione.
L’opportunità di diventare consulente di riferimento prodotto ha una duplice valenza perché da una parte asseconda l’ambizione di alcuni consulenti che si sentono realizzati nell’aiutare e formare i meno esperti e dall’altra agevolare i nuovi nella costruzione di competenze specifiche, conoscenze di fornitori ed opportunità che impiegherebbero anni per essere acquisite a discapito del cliente che nel frattempo non farebbe una vacanza all’altezza delle sue aspettative.
Il modello di business di Evolution Travel permette di abbattere questi tempi in un modo così semplice da sembrare avveniristico: collaborando con altri consulenti esperti che conoscono la destinazione.
La collaborazione all’interno del nostro gruppo di lavoro è essenziale: solo così è possibile offrire consulenze di assoluta qualità, aiutare il cliente ad esaudire i propri desideri e risolvere qualsiasi problematica.
Insomma… noi le Piramidi le vendiamo volentieri, ma quelle d’Egitto!
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